A.I.U.T.O

Voglio sbilanciarmi: l’esordio dei Sick Tamburo è stato tra i migliori dischi italiani del decennio passato. La genesi del gruppo è nota: essendo la cantante dei Prozac+ impegnata in attività solista, la bassista Elisabetta Imelio chiese al leader Gianmaria Accusani di scrivere brani che potesse cantare lei stessa.

Dovendo lavorare per una voce meno versatile di quella di Eva Poles, Accusani puntò su melodie ossessive, tanta elettronica e chitarre enormi. Era nato il sound Sick Tamburo, potente ed efficace, a supporto di testi che vanno a cercare l’autenticità dei sentimenti all’interno di un flusso di rabbia e senso di vuoto.

Affrontando questo secondo disco avevo qualche titubanza, perché la formula dei Sick Tamburo era tale da rischiare di usurarsi presto se troppo sfruttata, e non lasciava intravedere un chiaro percorso evolutivo. Fortunatamente la band ha proceduto giudiziosamente, utilizzando in ugual misura elementi nuovi e rielaborazioni dello stile iniziale.

La novità è rappresentata da tre brani (su dodici) cantati da Gianmaria: sono pezzi dagli arrangiamenti meno estremi e dalle melodie più ricche, con una scansione dei testi che, anche in brani ripetitivi come La canzone del rumore, risulta più tranquilla e meno ossessiva. A questo gruppo appartiene anche il miglior brano dell’album, La tua mano sola. Il resto del disco, affidato alla voce di Elisabetta, percorre strade più consuete, con brani come La danza che potrebbero tranquillamente appartenere all’album di esordio. Si nota comunque un’evoluzione dei testi che, in brani come Si muore di AIDS nel 2023, tendono ad assumere un punto di vista meno individuale e più politico.

Complessivamente A.I.U.T.O. è un buon disco: anche se manca un singolo travolgente come Il mio cane con tre zampe, la qualità non fa rimpiangere l’album precedente, e la minore energia è compensata da arrangiamenti più dettagliati. Anche se i Prozac+ non sono affatto sciolti, i Sick Tamburo sono diventati ben più di un riempitivo.

Artista: Sick Tamburo
Disco: A.I.U.T.O.
Etichetta: La Tempesta
Selezionati per voi: La Canzone del Rumore, La Danza, La Mia Mano Sola

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Marco Passarello

Ingegnere non praticante, lettore (e occasionalmente scrittore) di fantascienza, noto anche con lo pseudonimo di Vanamonde (rubato ad Arthur C. Clarke). Per vivere esercita la dubbia professione del giornalista. Scrive su Nova 24, Pagina 99 e varie testate di settore, Ha fatto parte delle redazioni di Computer Idea e Computer Bild. Blog: (vanamonde.net/blog).

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1 Comment

  1. Miglior disco italiano del decennio passato?! Allora non sono l’unica che apprezza il loro valore. Son contenta. Non mi rimane che decidermi ad ascoltare finalmente A.I.U.T.O.

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